Creatività in Micropsicoanalisi e nuova eredità

Propongo per il nostro sito IIM, un’ulteriore disamina sulla creatività considerata nella situazione analitico-micropsicoanalitica, disamina che, da qualche anno, ho anche condiviso con Opifer, con cui stiamo collaborando come Micropsicoanalisti.  Mi riferisco allo studio sulla creatività su cui ormai ho molto scritto e di cui, clinicamente parlando, tengo naturalmente conto, fin dai primi colloqui (cfr. Gariglio 24 marzo 2024, sito IIM). Poi, da didatta, sinteticamente detto, ne ripuntualizzo l’importanza anche in quanto espressione di nuovo aspetto nella Formazione micropsicoanalitica di cui mi sono ulteriormente occupata nell’attuale ruolo di Presidente CPP (Commissione per la pratica). Per farlo, mi appoggio alla condivisione in tre punti (1-3) di tale modus operandi, portato il 16 febbraio 2025, in “PSICOANALISI E FORMAZIONE: orientamenti teorici e clinici. Giornata di studio online, organizzata con OPIFER dall’Istituto Italiano di Micropsicoanalisi”. Alla fine, per il nostro sito, aggiungerò un inserto sulla situazione di nuova eredità, mio attuale oggetto di studio.

              

Da: “Giornata di studio Opifer/IIM: Creatività in Micropsicoanalisi[1].

 

  1. Un po’ di storia

            Nella sopraccitata Giornata di studio Opifer/IIM, Psicoanalisi e Formazione: orientamenti teorici e clinici, dopo l’anteprima classica del Dr. Luigi Baldari, “Micropsicoanalisi: storia e formazione”, nel mio Intervento “Creatività in Micropsicoanalisi”, avevo condiviso, con un accenno anche storico, una pregressa attenzione al fenomeno creatività, intendo già presente in precedenti Formazioni, iniziate con lo Psicodramma analitico (lemoniano-lacaniano e junghiano[2]). A dire che, il mio approdo alla formazione micropsicoanalitica aveva portato, già operante, un soggettivo interesse per il fare anche creativo e relativa osservazione nel suo utilizzo clinico-didattico. Nel tempo, la formazione e successiva dimestichezza con la clinica micropsicoanalitica mi aveva poi consentito di meglio individuare il potenziale creativo latente, come possibilità di nuovo movimento in analisi individuale o di gruppo dove, ad esempio, in una lunga docenza nella Specializzazione ministeriale per il titolo di Insegnante di sostegno (diretta dalla Prof.ssa Angiola Massucco Costa, Torino), nell’Attività di Supervisione, avevo già creato, come sperimentazione, un compendio dell’ l’agire dell’Immagine nello psicodramma (cfr. Gariglio 1993, pp. 99-104).

            Micropsicoanaliticamente parlando, cammin facendo, avevo intanto ideato e diretto una Collana di creatività postanalitica[3] (I Nuovi Tentativi 1999-2002) che aveva accolto un insieme di narrazioni di persone con micropsicoanalisi terminata e commenti di Colleghi. Poi, mentre imbastivo i due Mémoire per il passaggio professionale-micropsicoanalitico (2000 membro attivo e 2008 membro didatta) obtemperando alla richiesta statutaria di documentazione teorico-clinica da discutersi con la Commissione per la pratica SIM, con il Collega svizzero Daniel Lysek (già approdato di suo alla sublimazione dell’aggressività ma soffermatosi anche sulla mia espressione creativa nella narrazione clinica[4]), si era spontaneamente fatta strada un’osservazione comune di materiali clinici micropsicoanalitici, tratti dalle nostre realtà nazionali. E qui, mi fa piacere richiamare una riflessione del Prof. Nicola Peluffo (2017, Appunti sul pensiero creativo https://www.psicoanalisi.it/psicoanalisi/appunti-sul-pensiero-creativo/7342/ ) che, nel paragrafo “Premessa alla ricerca del 1968”, aveva scritto:

 

            “[…] Ho svolto questa piccola ricerca nel 1968, quando mi occupavo, oltre che di psicoanalisi, di psicologia cognitiva, ed usavo, sia pur con qualche lieve modifica, il modello interpretativo che avevo imparato a Ginevra da J. Piaget e dalla sua Scuola. […] Oggi, dopo tanti anni di attività come micropsicoanalista e professore universitario, lavorerei in modo diverso, prendendo come modello la psicologia micropsicoanalitica e operando come hanno fatto Daniela Gariglio e Daniel Lysek nelle loro ricerche su Creatività e Benessere, in cui prendono in considerazione i movimenti creativi durante le lunghe sedute di micropsicoanalisi e la liberazione delle spinte creative dopo una micropsicoanalisi completata. Io però non rinnego questo studio oramai lontano, anzi lo uso come materiale sperimentale in un ulteriore tentativo di mettere ordine.”.

            In effetti, lavorando proprio in questo modo, era fiorita poco alla volta, nel corso di qualche anno, questa modellistica sui Movimenti creativi in analisi, messa a punto contemporaneamente in italiano e francese. Il libro Creatività benessere, pubblicato nel 2007 da Armando nella Collana di psicoanalisi e psichiatria dinamica, in francese nel 2008 da L’Âge D’Homme, nel 2021, durante la mia docenza 2016-2023, Creatività tra trauma resilienza e benessere (secondo anno), nel Master micropsicoanalitico all’Università di Psicoanalisi di Mosca[5], era successivamente uscito con Cogito, a cura della Collega Bruna Marzi per la traduzione in russo.

            Da qualche anno, dicevo sopra, sto condividendo, anche in Opifer[6], la possibilità di trasformazione creativa, analitico-postanalitica[7] come testimonianza del passaggio dalla psicopatologia con l’avvenuta “distensione di aspetti rimossi” per la liberazione di energia vincolata, a qualche parte sana dell’unità psicobiologica. Parlando di trasformazione energetico-pulsionale, mi allaccio qui al lavoro: “Lo sviluppo della creatività: una possibile trasformazione dell’aggressività nel corso di una micropsicoanalisi” (Gariglio, Lysek 2009, sito IIM), richiamando Freud che, nel suo primario interesse per il “negativo” (cfr. anche Green, con Prefazione di Balsamo, 2025), nel Compendio di psicoanalisi (Freud 1938. Opere 1979, p. 577) scrive che “trattenere l’aggressività è comunque malsano[8]”. Noi, proseguendo, indicavamo il passaggio trasformativo come ponte da percorrersi. Oggi, dopo diversi anni di ulteriore riflessione, vi aggiungo: “da percorrersi” con un tramite (intendo analista) a ciò predisposto, essendosi formato anche in tal senso; a meno che non ci siano doti particolari in caratterialità a ciò predisposta[9].

 

          2.  Nozioni base della “Creatività benessere”

            Prima di passare in rassegna le principali nozioni micropsicoanalitiche, elaborate, come dicevo in apertura di discorso, anche dal punto di vista della creatività, condivido le due nozioni base della modellistica di cui sopra (2007).

–        La traccia di benessere, materiale potenziale latente, per lo più fagocitato dal protagonismo delle tracce conflittuali e traumatiche rimosse che, quando si disattivano totalmente o in parte, nelle dinamiche transferali controtransferali di seduta, consentono poi la slatentizzazione di qualche traccia vitale e benefica onto-filogenetica che, per un po’, resta protagonista nella vita della persona, favorendo relazioni più appaganti.

–        La seconda nozione riguarda ciò che abbiamo chiamato processo di elaborazione ricombinativa grazie all’alleanza della pulsione di vita con quella creatrice in cui, nel preconscio, avviene un compendio tra certi residui traumatici che possono ritornare, nonostante la disattivazione nei transfert di seduta e qualche traccia di benessere riemersa dal potenziale resiliente creativo-energetico-pulsionale. Rimando ad un lavoro portato in Opifer nel 2022, rimandando all’Estratto in Psicoanalisi e Scienza 2023 (cfr. nota 6), con la storia di tre artisti di cui il primo con esperienza micropsicoanalitica, il secondo, caratterialmente predisposto, il terzo, un cantante, destinato a subire il suo suicidio come traumatico ritorno coatto, filogenetico, nel film A Star is Born di Bradley Cooper, USA 2018 (presentato dal CTP, Centro Torinese di Psicoanalisi CTP, in Rassegna CINEMA E PSICOANALISI 2022: Il desiderio, motore di emozioni).

 

  1. Nozioni centrali della micropsicoanalisi, qui evidenziate in bleu (cfr. sito IIM[10]), approdate alla creatività.

            Ne scriverò, continuando il rimando a Lavori in tal senso in cui, centrale, come passaggio inderogabile, è la trasformazione del vissuto di vuoto d’angoscia a quello di vuoto creatore, così chiamato da Silvio Fanti (1984. Def. n. 52 pp. 33-37) con la risalita, per noi, di tracce di benessere. Lo condivido sempre nei nostri Convegni e, in particolare, nel Convegno IIM, Angoscia e Speranza (2022[11]. Atti IIM previsti) e, nell’ultimo, novembre 2025, Separazione, perdita e resilienza dove, come sviluppo dell’oggetto di indagine, ho attenzionato[12], anche con vignette cliniche, la proficuità di tale passaggio, propriamente per la possibilità di richiamare dalla latenza, tracce resilienti potenziali di benessere, ad ogni disattivazione conflittuale-traumatica.

            Ora, considerare il peso del potenziale creativo, come appannaggio comune (ma in questi ultimi incontri Opifer/IIM, stiamo parlando di Formazione rivolta a Psicoterapeuti, interessati a formarsi anche micropsicoanaliticamente), consente di considerare fin da subito l’intera realtà onto-filogenetica della persona, inserita a sua volta nella effettiva realtà socio-ambientale. E, oggi, la psicoanalisi, sempre più agganciata alla realtà, con un’interlocuzione pressante tra il dentro psicobiologico e il fuori, lo elabora sia teoricamente che nel lavoro clinico, attenzionandovi relazione e capacità di adattamento (Ne ho discusso in tre lavori: 1. 24-26 ottobre 2025, Convegno Opifer, Psicoanalisi e pratica psicodinamica oggi…[13], 2 e 3: Sito IIM: 10 gennaio 2025 e 24 marzo 2024, in note 17 e 18).

            Da parte dell’analista, ciò riguarda il sapersi destreggiare nel modus operandi classico[14], che tiene conto delle risposte controtransferali, così ben individuate da Sandor Ferenczi (1932 et) e, oggi, prerogativa naturale dello psicoanalista. Ricordo che, per il nostro caro maestro italiano, Nicola Peluffo (2006), si tratta di desideri contemporanei che, nel campo analitico, vengono riconosciuti dal terapeuta, che fungendo da tramite, rende attiva la risonanza tra i due inconsci.

 

            Cominciamo dal modello psicobiologico micropsicoanalitico di Silvio Fanti che, a partire “dall’impasto-disimpasto” pulsionale, freudiano (vedi anche Campanile, 2021 p. 237), vede al centro “il conflitto vuoto-energia dove si esprime un’unica pulsione di morte-di vita che tenta di risolvere tensioni distruttive”[15].         Tale modello energetico-pulsionale comunica con la scienza contemporanea (cfr. sito IIM) in un rapporto uomo-natura in cui la psiche scambia continuamente energia con il biologico e il mondo animale o vegetale, muovendosi come unico sistema dall’interno all’esterno[16].

            Nel corso degli anni, anche nella micropsicoanalisi classica con le sue risonanze ambientali, sono avvenuti diversi adattamenti teorico-clinici, presentati da Baldari, nella Giornata di studio in oggetto.  Qui, ne sto condividendo l’inclusione della creatività come nuove possibilità di movimenti creativi in seduta che, nella successiva vita di realtà, potranno facilitare relazioni meno conflittuali di cui ho anche disquisito nel nostro Master sulla violenza contro la donna (in nota 15). Di questo modello, qui, creativo-energetico pulsionale, avevo ancora scritto in un libro collettaneo del 2020, a cura del Dr. Luciano Peirone che aveva invitato una cinquantina di Autori, a riflettere sull’esperienza Covid. Avevo trattato il fenomeno come tentativo di ridefinizione sinergica (Gariglio, 2020, pp. 297-321) di cui si può prendere visione nel nostro sito[17].

 

La seduta lunga

 

            La “seduta lunga” resta lo strumento fondamentale dell’intervento micropsicoanalitico dove si può ben osservare il fenomeno della sovradeterminazione, caratteristico del materiale manifesto delle libere associazioni, scomponibili in microdettagli, rievidenziabili poi anche durante l’analisi del materiale fotografico. Le serie associative vanno dal conscio al preconscio all’inconscio fino a svincolarne, poco alla volta, l’attività psichica dalle sue fissazioni ripetitive per riattualizzarle nelle dinamiche transferali/ controtransferali di seduta e scaricarne l’affetto ancoratovi… (dal sito IIM).

 

            Per quanto riguarda l’attenzione alla creatività, nel Mémoire SIM 2008, per il passaggio a micropsicoanalista didatta, avevo proprio presentato La seduta lunga come sorgente inconscia di originalità e campo transferale/controtransferale di ricombinazioni creative preconsce, continuando nel tempo a ragguagliarne psicobiologicamente. Lo ripeto, personalmente, ne tengo sempre conto fin dai primi colloqui, insieme agli aspetti conflittuali/traumatici, disattivabili, come risaputo, nelle dinamiche transfert-controtransfert. Dal punto di vista psicobiologico, rimando ad un nostro interessantissimo Convegno di psicosomatica (2016) dove, nella relazione “Psicosomatica della seduta lunga: uno scambio creativo tra corpo e parola” (Gariglio, 2022, pp. 51-60. Atti a cura di Baldari 2022), ho condiviso come il decremento della risonanza genealogica traumatica porti ad elaborazioni ricombinative anche corpo-psiche, ben evidenziabili nella seduta lunga, in questo caso, assolutamente opportuna.

            Sinteticamente detto, oggi, anche il micropsicoanalista formatosi classicamente utilizza la seduta lunga a sua discrezione, solitamente tre sedute alla settimana e, in un’ottica di psicoterapia micropsicoanalitica, due sedute, per lo più di due ore. Per quanto riguarda gli adattamenti sopra accennati, personalmente mantengo ancora il ricorso all’Intervento Preliminare di 30 ore di sedute lunghe, messo a punto dal nostro Gruppo italiano con il Prof. Nicola Peluffo e, nel mio ruolo attuale, ne sto lasciando qualche riflessione teorico-didattica con evidenza clinica. Rimando ad es. al caso, portato ad Opifer il 18 2 2024[18] e ad un mio lavoro in Psicoanalisi e Dintorni n. 4/2024. Bollettino a cura di Opifer[19].

 Lo studio dei sogni

               […] Il micropsicoanalista, con la seduta lunga, non ha bisogno di fare molti interventi e predilige le ricostruzioni alle interpretazioni; affrontando le difficoltà connesse alle resistenze, all’agire delle difese, al ritorno del rimosso, al transfert ed al controtransfert. … (dal sito IIM).

            Per quanto riguarda la trasformazione creativa, in fase di analisi avanzata, anche nei sogni, avviene il passaggio dalle aree conflittuali-traumatiche a quelle di benessere con la messa in scena di desideri latenti che tenderanno a diventare nuovi tentativi, instradandosi verso relazioni a tendenza sinergica. Un esempio di sogni di elaborazione ricombinativa, assimilata nel lavoro di seduta: a situazioni residue di disagio (anche se non più mortifere) si affiancano personaggi benefici gentili amorevoli, che aiutano il sognatore ad uscire dall’impasse a risonanza sadomasochistica, per fedeltà alla vecchia immagine distruttiva. Oppure ci sono sogni nuovi che mettono in scena, come protagoniste, pulsioni di vita con situazioni di affetto e forti emozioni.

 I supporti tecnici                            

            L’allungamento del tempo di seduta consente la messa a punto di alcuni supporti tecnici, utilizzati per spingere l’investigazione del dato psichico fino ai dettagli consci e preconsci nei quali si concentrano affetti e ripetizioni. Il più importante di essi è lo studio delle fotografie dell’analizzato, dei famigliari e di quanti compongono il suo mondo affettivo. Questo studio, effettuato anche con l’ausilio di strumenti che consentono un forte ingrandimento delle fotografie, ha il compito di consentire un avvicinamento graduale al rimosso, […] attraverso l’elaborazione delle reazioni psichiche a tale contatto. Lo studio delle foto permette di osservare le proprie immagini nelle diverse fasi della vita, le somiglianze con alcuni personaggi della vicenda familiare, il ricorrere di posture ed espressioni comuni tra i parenti e le persone cui ci si è legati nel tempo […]  diviene possibile studiare il ripetersi lungo le generazioni di gesti, scelte di partner, paesaggi comuni, case simili a quelle dell’infanzia, eccetera. Il lavoro di analisi del dettaglio fotografico produce una grande quantità di ricordi e rivissuti che vengono poi riversati in seduta e ne arricchiscono la dinamica, anche transferale. (dal sito IIM).

 

            Ad es. presa confidenza con la traccia di benessere, l’analizzato ne coglie la presenza anche nel materiale fotografico già analizzato o nuovo con la scoperta di qualche persona che si tocca, in contesti rigidi, cogliendone qualche sorriso in mezzo a visi inespressivi: aspetti nuovi, prima soffocati dal protagonismo di vissuti conflittuali dolorosi, finalmente elaborati nelle riattualizzazioni di seduta. Il che approda al riconoscimento della positività della propria analisi che ha potuto compiersi anche per la presenza di questi aspetti vivifici. Oppure ancora, a fine analisi, la persona porta in seduta una nuova fotografia, diversa dalle precedenti come quel: 

               “se stesso bambino che, dal suo seggiolone, tende le braccine e sorride a qualcuno, che non è la madre con cui il rapporto non è stato avvertito proficuo”. L’evidenziarsi di questa capacità di buona relazione, innesca una serie             di nuovi ricordi di giochi tra coetanei in vacanza, mai menzionati. L’ho ben testimoniato, riferendomi alla nevrosi         ossessiva, in Lezioni, nei nostri Master.

 

            Rimando anche alla foto nella copertina di Linguaggi (Demarchi 2002) il quarto libro della Collana di creatività postanalitica I Nuovi Tentativi (cit. Tirrenia stampatori, 1999-2002), in cui si vede un gruppo familiare genealogico dove solo un personaggio velatamente sorridente contatta affettuosamente il figlio, pure sorridente. Quel personaggio è il nonno dell’autore, attualmente, pure lui nonno felicemente sorridente, potremmo anche dirne, come erede dell’immagine della fotografia.

 

            Un altro importante supporto è lo studio del materiale documentario dell’analizzato: lettere, diari, quaderni scolastici, ogni documento scritto può essere fonte di uno studio dettagliato, svolto, come per le foto, allo scopo di stimolare le associazioni e i ricordi attraverso il contatto sensoriale con il documento e il suo riconoscimento in quanto traccia mnestica. (dal sito IIM).

 

            In un lavoro sulla coppia ad orientamento sinergico (occasione di una mia successiva lezione, nostro Master 2025 cit.  nota 15) avevamo presentato con Lysek (2020, in PeS) proprio un caso che, con genitori sempre freddi con lui, figlio, scopre un segreto: l’esistenza (prima della sua nascita) di un taciuto fratellino, amatissimo ma vissuto molto poco. La scoperta riguarda il ritrovamento di un carteggio molto pulsionale fra i suoi genitori, quando il padre in guerra, riceveva notizie dalla madre, sul piccolino, da vivo a morto. Mi fa piacere richiamarne quanto scritto:

               “[…] Nel corso del lavoro analitico, la persona si rende conto che si comporta come i suoi genitori che sono stati       freddi tra di loro e con lui. Questo viene confermato dalle molte fotografie esaminate in seduta: personaggi     distanti uno dall’altro, seri; istantanee di una famiglia dove nessuno si tocca o è inclinato verso il corpo vicino.   L’analista nota però che c’è una contraddizione fra questo modo di essere in famiglia e la dinamica del transfert.             Infatti, in seduta, questo analizzato, parla fluentemente, senza inibizione, con un certo uso dell’ironia e persino qualche moto affettivo che a volte irrompe con una certa commozione. Dunque, sentendosi capito, quest’uomo           era capace di avere un discorso affettivo? […] Il non averne mai parlato con l’analizzato (il secondo figlio) gli                ha dimostrato che i suoi genitori non avevano mai fatto il lutto di questa perdita. Tutto questo lavoro gli ha        permesso di dare un senso alla sua propensione alla freddezza e distanza affettiva nei confronti dei suoi familiari.             Senza rendersene conto, fino a quel momento, il soggetto aveva modellato la sua freddezza in famiglia su quella        ricevuta dai genitori. Lui non era però solo una persona fredda come, aveva d’altra parte, già dimostrato nella              relazione analitica! Nel profondo del suo inconscio c’erano anche registrate informazioni di dolcezza, calore e     amore. A dire che il suo inconscio conservava in memoria vissuti di benessere, ora ipotizzabili, a ragione, di        provenienza genitoriale. Quei genitori avevano infatti dimostrato capacità affettiva, dandosi felicità, prima del                lutto. Per noi, questo indica un inconscio familiare che rivela la presenza di informazioni di benessere             memorizzate, come vissuti gratificanti, in quel terreno psicobiologico dei membri di questa famiglia. Successivamente, la riattivazione di queste tracce di benessere, anche da parte del soggetto in analisi, gli ha permesso non solo di essere più presente affettivamente nella sua famiglia specifica ma anche di fare una vita più creativa.”.

            Similmente si possono studiare le mappe degli appartamenti in cui si è vissuti disegnandole una per una e poi analizzando i loro dettagli. Micropsicoanalista e analizzato possono effettuare una visita ai luoghi in cui quest’ultimo ha trascorso fasi importanti della sua vita […] (dal sito IIM).

            Anche nei cimiteri di famiglia si possono trovare documentazioni di benessere come quella “lapide”, a ricordo di comportamenti sociali di generosità, di un antenato, nei quali un’analizzata, descrittasi fin lì solo cattiva, aveva riconosciuto, anche in sé, una serie di comportamenti generosi nei confronti dei colleghi. Ne ho lasciato testimonianza nel nostro Bollettino IIM[20], Tirrenia Stampatori (N. 14, 1993 e N. 26, 1999) e in Itinerando. Odissea di una scrittura (Gariglio, 2000, pp. 138-146), il secondo libro della collana I Nuovi Tentativi (vedi nota 3).

 

             […] L’ultimo importante supporto, utilizzato verso la fine di una micropsicoanalisi, è la ricerca genealogica   – e il transgenerazionale  (presentato in questa occasione Opifer/IIM dal Dr. Matteo Riccò) –  compiuta dall’analizzato fuori seduta in modo tale da ricostruire le storie di vita del maggior numero possibile di ascendenti e collaterali. Questo lavoro, se fatto con spirito analitico, mostra la dinamica ripetitiva di ogni nucleo familiare, i tentativi più o meno riusciti di allontanarsene compiuti da alcuni soggetti, i nuclei di fissazione familiare, i traumi, i tentativi filogenetici […] (dal sito IIM).

 

            E rimando alla scoperta di un’artista, che viveva il disagio di essere la sola artista di casa, nel suo attuale familiare dedito a lavori imprenditoriali. Durante la ricerca genealogica, aveva però incontrato in un parente “la stessa sua preziosa attività”. Fino a lì, rammaricatasi per ingiustizie subite da detto familiare, si era solo interessata a tentare di riabilitarne la memoria. Dalla distensione raggiunta, emerso il riconoscimento anche dell’indubbio talento del caro parente, potè ricollocare l’appartenenza dell’immagine di se stessa in famiglia… Rimando al libro La vita guarita (Prunotto 2024, p. 78)[21] .

 

               […]. E’ una ricerca capace di suscitare affetti molto intensi ed è anche una esperienza di lutto: ci si separa da certe sfaccettature di identificazioni, ci si separa anche dalle idealizzazioni spostate sulla famiglia, da alcuni rivissuti edipici, infine ci si separa da quei se stessi bambini che foto e storie famigliari cristallizzano in un perenne presente, nell’attuale, della necessità di invecchiare e della presenza delle malattie. (dal sito IIM).

 

               L’Immagine

           

            L’Immagine è “l’insieme delle rappresentazioni e degli affetti che strutturano l’inconscio a partire dall’Es”.  Anche l’Immagine è un concetto essenzialmente energetico, infatti tende a rappresentare i contenuti inconsci in modo dinamico, organizzandoli in insiemi di tracce derivate dal funzionamento delle pulsioni. Le tracce si fanno più o meno marcate a seconda dei traumatismi che il soggetto esperisce o acquisisce per trasmissione familiare e riattualizza durante la vita fetale. (dal sito IIM)

 

            Nelle sfaccettature dell’Immagine, abbiamo evidenziato anche aspetti di benessere oltre che conflittuali-traumatici, come classicamente inteso. A tal proposito, ne ho scritto diversi lavori; ne richiamo qualcuno:

 

La vita fetale

            Questa fase dello sviluppo umano è stata oggetto di grande attenzione in micropsicoanalisi.
L’interazione psicobiologica materno fetale è strettissima
[…] e in questa fase il futuro bambino fissa le prime tracce di esperienze pulsionali e di reazioni traumatiche […] (dal sito IIM)  – e di benessere – .

 

            Inserendovi i dati del modello creativo energetico- pulsionale, troviamo dunque imprinting di benessere e conflittuali-traumatici (rimando a qualche mia considerazione sull’imprinting in micropsicoanalisi,  Gariglio n. 13 1992 e n. 22 1997, Bollettino IIM, Tirrenia Stampatori ). Ne ho scritto spesso.

 

               Il tentativo

 

            […] Sintomi, vicende personali e familiari, serie oniriche, ogni accadimento della vita psichica può essere interpretato come un tentativo messo in moto dall’Es per risolvere una situazione di aumento della tensione, analogamente agli accadimenti somatici, come le malattie. – Vi è dunque una – sostanziale omogeneità dei destini psicobiologici […] Il significato profondo del modello micropsicoanalitico si può riassumere nella accettazione della relatività del fenomeno che chiamiamo vita. (dal sito IIM)

           

            Nell’ottica della creatività, il tentativo diventa un ottimo prosièguo nella vita quotidiana, della messa in atto, previo adattamento al principio di realtà, del desiderio portato a galla. Si passa dunque dalla psicopatologia alla vita reale, ottimo riferimento che dà conto di un’analisi finita bene. E rimando ancora, questa volta in generale, a La vita guarita. Sgarbugliando il gomitolo di Enza Prunotto (2024. Cfr. nota 21), Postfazione di Luciana La stella e, tra i commenti, uno di Matteo Ricco e Gerolamo Sirena, cari e stimati Colleghi che avevano anch’essi relazionato nel pomeriggio della Giornata di studio Opifer, nel corso della quale, per quanto mi riguarda, avevo molto gradito la situazione di confronto che si era creata.

 

            E ora, a proposito della nuova eredità

           

            Mi congedo, per quanto concerne il passaggio dalla psicopatologia alla vita reale, anticipando un argomento su cui sto concentrandomi, riflettendo sul dato postanalitico come attuale oggetto di studio che riguarda ciò che chiamo, una possibilità di nuova eredità dove, detto molto in breve, possono completarsi tentativi onto-filogenetici (quindi familiari) fissatisi in una riattualizzazione domestica coatta, conflittuale-traumatica o crearsene di nuovi, proficuamente appaganti. E lo spiego subito richiamando un film a me caro che avevo recensito in fb: “Tutto il mio folle amore” (2019), un’opera d’arte di Gabriele Salvatores[23] dove appare chiaro quello che, in micropsiconalisi, può descriversi come un cambio delle sfaccettature dell’Immagine, da conflittuali e traumatiche a qualcuna più armoniosamente vitale. Ne riproduco la sintetizzazione:

“La narrazione mette in scena certa problematicità di rapporto con un ragazzo, presentato come autistico, la cui madre è sposata ad un uomo che, divenuto padre adottivo di Vincent, lo ha comunque subito accettato e, amandolo, ha creato dei modi gratificanti e amorevoli per comunicare insieme. In queste relazioni familiari di amore e difficoltà, si inserisce, ai 16 anni del figlio, il ritorno del padre biologico che, dileguatosi alla notizia della gravidanza, lo conosce per la prima volta. Questo “novello Modugno” (nel film), spinto e animato da un amore spontaneo, si trova (in parte, gioco-forza e, in parte, costruendo situazioni ad hoc) ad ampliare le conoscenze affettive e relazionali del figlio, immergendolo in situazioni naturali di vita, vissute insieme e affrontate con spirito caratterialmente libero, esente da maternage. Alla fine, in risonanza con le nuove acquisizioni affettivo-comunicative del figlio, la madre, deposta una certa ambivalenza affettiva che la spingeva all’aiuto di intermediari, riuscirà a viversi, con sola gioia, il rapporto con Vincent, che diventa un figlio ritrovato, portatore di nuova ricchezza. Anche il figlio che, probabilmente o forse, avvertiva l’ambivalenza materna, abbinandola al “colore nero”, può viversi con gioia questo nuovo tipo di rapporto madre-figlio, lasciando andare comportamenti, può darsi, di provocazione, come ipotizzabili tentativi inconsci di comunicarle/comunicare comunque qualcosa (vedi scena iniziale del film, nella doccia). L’apporto della presenza del padre biologico che, scoprendo l’amore per suo figlio, ha impostato con Vincent una gratificante alleanza comunicativo-relazionale attraverso varie situazioni vissute insieme, ha riverberato tutto il gruppetto di nuova ricchezza, vivificando, a mio avviso, il rapporto edipico di cui viene attutito l’aspetto castrante. A dire che, un padre capace di creare buone relazioni, affettive e situazionali, può fungere da mediatore per penetrare in certa tendenza simbiotica (massiccia, parziale o residua) del rapporto madre-figlio, alleggerendo i costi di tale fissazione, che si esprime con una fluttuazione delle aspirazioni a restarvi dentro e ad uscirne, per tentare nuove libertà” (DG, 28 0ttobre 2019).

            Sto dunque raccogliendo esemplificazioni di nuove eredità, che sto considerando, anche, in occasione di accompagnamenti amicali o professionali – comunque carichi d’affetto e rispetto -, alla buona morte che richiamo attraverso due altri film: La stanza accanto (The Room Next Door, con l’eccellente regia di Pedro Almodóvar, 2024[24]) e, appena visto (novembre 2025), Buon viaggio Marie, diretto da Enya Baroux con una splendida interpretazione dell’ottantenne Marie (Hélène Vincent) cui fan da contraltare tre personaggi: figlio, nipote Anna e un umanissimo assistente sanitario. In comune ai tre, l’inaspettato incontro con la forte emozione concernente la scoperta della scelta del familiare di morte assistita, incontro che disinnesca certa passività in legami che sembravano sfilacciati o in soggetti con vite casuali fatte di tentativi per lo più fallimentari ma che invece risulteranno tutti ricchi di amore-empatia-compassione-tenerezza-dolcezza… Di qui, la “nuova eredità” in cui ciascun soggetto del gruppo, protagonista di tal accompagnamento alla donna ammalata di cancro inguaribile e, pertanto, inflessibile nella sua scelta, condividendo il coinvolgimento emotivo dell’evento che li ha toccati tutti, continuerà il proprio percorso come nuovo inizio, nato dall’elaborazione soggettiva di un proprio bilancio. Segnalo anche un interessante e stimolante occasione di incontro, promossa dall’Ordine Psicologi del Piemonte Dialoghi sulla morte e sul morire (il primo “Death Café” a Torino, moderatore Dr. Andrea Bovero, 27 novembre 2025) dove ho, per l’appunto, appena anticipato, condividendolo, questo personale interesse di studio.

 

 

                                                                                                                                  Daniela Gariglio

                                                                                                                                3 dicembre 2025

 

BIBLIOGRAFIA  

  • VV. (2001). (A cura di Gariglio, Vevey), Echi…Gemme. Collana di creatività postanalitica I Nuovi Tentativi. Torchio orafo, Tirrenia Stampatori, Torino. In Psicoanalisi e Scienza (PeS),  rivista on-line, diretta da Rino Zangrilli,  2014: https://www.psicoanalisi.it/libri/aa-vv-echigemme-cura-di-daniela-gariglio-ortensia-vevey/4590/ ).
  • Baldari L. (2022). A cura di, Interazioni mente-corpo nuovi orizzonti della psicosomatica. Roma.
  • Bonomi C. (2006). A cura di, Sandor Ferenczi e la psicoanalisi contemporanea. Borla, Roma.
  • Borgogno F. (2015). A cura di, Rileggere Ferenczi oggi. Contributi italiani. Borla, Roma.
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  • Demarchi E. (2002). Rapporti nati dalla ricombinazione di voci antiche. Collana di creatività postanalitica, I Nuovi Tentativi. Torchio orafo, Tirrenia Stampatori, Torino. In PeS, 2014: https://www.psicoanalisi.it/libri/enzo-demarchi-linguaggi/4922/.
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  • Ferenczi S. (1932). Diario clinic Gennaio-Ottobre 1932. Raffaello Cortina. Milano, 1988.
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  • Gariglio D (1992/1997 e 1993/1999). Due Lavori sull’ “Imprinting in micropsicoanalisi”, n. 13 1992 e n. 22 1997 e sull’ “influenza genealogica”, “Il reincontro con l’antenato”, N. 14 1993 e “L’elaborazione dell’aggressività in seduta”, N. 26 1999. Bollettino IIM. (https://www.micropsicoanalisi.it/rivista-i-i-m/ ). Tirrenia Stampatori, Torino.  
  • Idem (1993). “Dinamiche affettive nella relazione docenti-allievi”. Atti dell’8° Convegno Internazionale Teaching & Learning. La voglia di insegnare, Regione Piemonte, Assessorato Istruzione, 1994.
  • Idem (2000). Odissea di una scrittura. Collana di creatività postanalitica I Nuovi tentativi. Torchio orafo, Tirrenia Stampatori, Torino. Postfazione D. Lysek. In PeS,  2014, https://www.psicoanalisi.it/libri/itinerando-odissea-di-una-scrittura-daniela-gariglio-torchio-orafo-tirrenia-stampatori-torino-2000/4558/ .  
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  • Idem (2016, 2022). “Psicosomatica della seduta lunga: uno scambio creativo tra corpo e parola”. Convegno SIM/IIIM 2016. Interazioni mente-corpo nuovi orizzonti della psicosomatica, a cura di Baldari, Alpes, Roma, 2022.
  • Idem (2020). “Un continuum trasformativo ‘aggressività creatività, benessere’ nell’incontro-scontro con ‘l’ospite invasore’: Arte-Scienza come tentativo di rigenerazione”. E book, a cura di Luciano Peirone, Nuovo coronavirus e resilienza, https://www.brizy.cloud/customfile/e9d0edeaa01681e13637d166b0540620.pdf .  
  • Idem (24. 3. 2023). “Il processo di elaborazione ricombinativa per una creatività rigenerativa Esemplificazione artistica e micropsicoanalitica”. Estratto in PeS, https://www.psicoanalisi.it/osservatorio/elaborazione/208145/ ). Giornata di studio IIM, Opifer 9 aprile 2022: A-venire in Psicoanalisi tra modelli pulsionali e orientamenti relazionali.   
  • Idem (10. e 24 6. 2023). “Creatività nel continuum trauma-resilienza-benessere” e “La struttura ossessiva. Trattamento micropsicoanalitico”. Master IIM Complessità Psicopatologia Micropsicoanalisi https://www.micropsicoanalisi.it/master-2023-complessita-psicopatologia-micropsicoanalisi/ .
  • Idem (18. 2. 2024). “Passività e sblocco sinergico: dal caso clinico del giovane Andrea”. 18 febbraio 2024, Convegno online organizzato con OPIFER A.P.S. e Associazione A.R.I.R.I., Bari e Istituto Italiano di Micropsicoanalisi.IDENTITÀ SESSUALMENTE CONNOTATA: Confronti, Modelli e Paradigmi interpretativi, in Psicoanalisi, Cura e Formazione. 24 3 2024, in sito IIM https://www.micropsicoanalisi.it/passivita-e-sblocco-sinergico-dal-caso-clinico-del-giovane-andrea/ .

Idem (2024-2025). “I maestri in noi come fonti affettive benefiche”. Psicoanalisi e Dintorni n.4/2024. Bollettino a cura di Opifer. Organizzazione Psicoanalisti Italiani e Federazione Registro. Direttore responsabile della pubblicazione, Luciana La Stella.  Sito IIM, 10 1 2025, https://www.micropsicoanalisi.it/i-maestri-in-noi-come-fonti-affettive-benefiche/ .

 

Lavori presentati in Convegni o Master, non fruibili informaticamente o in corso di pubblicazione 

 

  • Baldari L. (2025). “Micropsicoanalisi: storia e formazione”. Lavoro presentato in PSICOANALISI E FORMAZIONE: orientamenti teorici e clinici, Messina, 16 febbraio 2025, https://www.micropsicoanalisi.it/psicoanalisi-e-formazione-orientamenti-teorici-e-clinici/ .
  • Gariglio D. (2022). “Dal vuoto d’angoscia al vuoto creatore e tentativi rigeneranti”. Lavoro presentato al Convegno IIM Angoscia e Speranza. Atti Alpes in corso, a cura di Luigi Baldari.
  • Idem (12. 2. 2023). “Una vita non basta: ricerca genealogica in Micropsicoanalisi”.Lavoro presentato a TRANSGENERAZIONALITA’ E TRAUMA. Convegno online organizzato con Opifer dall’Istituto Italiano 
    di Micropsicoanalisi, Messina e da Sotto la Mole, Torino. Psicoanalisi, cura e formazione, https://www.micropsicoanalisi.it/transgenerazionalita-e-trauma/  .
  • Idem (20.10. 2023). “Il Transgenerazionale, nell’attuale, come raccordo di traumi e sinergie. The Transgenerational, in the present, as a connection of traumas and synergies”. Lavoro presentato al XIX Convegno Internazionale Congiunto 26° Opifer: Infrangere le catene del trauma: la cura e il legame transgenerazionale, https://www.micropsicoanalisi.it/xix-convegno-internazionale-congiunto-26-opifer-infrangere-le-catene-del-trauma-la-cura-e-il-legame-transgenerazionale/ .
  • Idem (29 novembre 2024). “L’aggressività sottile, a connotazione sadomasochistica, nella relazione di coppia e analitica”. Amore e La violenza sulle donne. XXV Ed. di formazione micropsicoanalitica, https://www.micropsicoanalisi.it/xxv-edizione-delle-giornate-di-formazione-psicoanalitica/. Biblioteca Comunale di Capo d’Orlando, 29-30 novembre 2024.
  • Idem (2025). “La trasformazione dell’aggressività sottile, nella coppia trattata in micropsicoanalisi
    Dalla realtà conflittuale al lavoro analitico” (12 aprile) e “La trasformazione dell’aggressività sottile, nella coppia trattata in micropsicoanalisi. La possibilità sinergica nella coppia: dall’analisi ai nuovi tentativi reali” (5 luglio). Amore e La violenza sulle donne. Evento ECM, IIM, 10 webinar, 29 Marzo-5 Luglio 2025, https://www.micropsicoanalisi.it/evento-ecm-amore-e-possesso-la-violenza-sulle-donne/ .
  • Idem (26 ottobre 2025). “Duttilità del micropsicoanalista nella pratica psicodinamica. The Micropsychoanalytic Connection in Psychodynamic Treatment.”. XXI Convegno Internazionale congiunto 28° Opifer. Nel centenario di Paul-Claude Racamier. Psicoanalisi e pratica psicodinamica oggi: formazione, cura e trasmissione.

Idem  (15 novembre 2025).“La trasformazione dell’Immagine: verso un ‘rientro di vita’.”. Lavoro presentato alla XXVI Ed. Giornate di formazione micropsicoanalitica, Separazione, Perdita e resilienza.    (https://www.micropsicoanalisi.it/xxvi-edizione-delle-giornate-di-formazione-micropsicoanalitica-separazione-perdita-e-resilienza/ 14-15 novembre 2025 .

  • Riccò M. (26 ottobre 2025). “Raccordo micropsicoanalitico nel trattamento psicodinamico. Micropsychoanalytic Connection in Psychodynamic Treatment”. XXI Convegno Internazionale congiunto 28° Opifer. Nel centenario di Paul-Claude Racamier. Psicoanalisi e pratica psicodinamica oggi: formazione, cura e trasmissione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

[1] Cfr. https://www.micropsicoanalisi.it/psicoanalisi-e-formazione-orientamenti-teorici-e-clinici/.  Il mio Intervento Creatività in Micropsicoanalisi ha presentato il fenomeno creatività in situazione creativo-energetico-pulsionale che, nel continuum micropsicoanalitico pulsione di morte-di vita (Fanti 1984, in Le basi pulsionali dell’uomo: 1. Teoria freudiana delle pulsioni pp. 65-70, 2. Pulsione di morte-di vita pp. 65-70), si sofferma sulla parte sana, legata alla pulsione di vita (Id. Def. N. 111, p.  64 e 114, p.  66) individuabile nelle tracce di benessere onto-filogenetiche delI’Immagine, osservata esprimersi nelle dinamiche transferali-controtransferali della seduta lunga micropsicoanalitica, dopo che se ne siano disattivati aspetti distrutttivi coatti, freudianamente detto, legati alla pulsione di morte (Id. Def. N.109, 110 p. 64 e 113 p.  65). Evidenziati i due principali aspetti, modellizzati in uno studio a quattro mani (Gariglio, Lysek 2007): la traccia di benessere e il processo di elaborazione ricombinativa, ho ripercorso il corpus teorico delle nozioni base della micropsicoanalisi classica: seduta lunga, studio dei sogni, supporti tecnici, Immagine, vita fetale e tentativo (Fanti 1984 e SIM), inserendovi l’apporto creatore-creativo con qualche esemplificazione in merito.

[2] Successivamente, in quanto micropsicoanalista con esperienza in Psicodramma anche junghiano, dal 2009 al 2015, N. 7-13, ho fatto poi parte del Comitato scientifico della bella rivista “Anamorphosis”, a cura di Wilma Scategni (cara amica) e Stefano Cavalitto (Ananke, Torino), lasciandovi via via una serie di Lavori, rintracciabili, per eventuali interessati, nella mia bibliografia (dal 2009 a).

[3] Cfr. Guida alla Letteratura micropsicoanalitica (https://www.micropsicoanalisi.it/guida-letteratura-micropsicoanalitica/), a cura dei micropsicoanalisti Matteo Riccò e Anna Gogliani. Si può prendere visione dei 4 libri (link in bigliografia) oggi esauriti, nella presentazione in Psicoanalisi e Scienza (PeS), diretta dal Dr. Rino Zangrilli:

  • Bernard Jaccard, Alfredo. L’ultima battaglia di un uomo solo. Trad. Liliana Zonta.
  • Gariglio, Itinerando. Odissea di una scrittura.
  • AA.VV. Gariglio, Ortensia Vevey (a cura di), Echi…Gemme.
  • Enzo Demarchi, Linguaggi. Rapporti nati dalla ricombinazione di voci antiche.

[4] Cfr. ad es. Daniel Lysek, “La narrazione come via per accedere all’inconscio”, Postfazione di Itinerando. Odissea di una scrittura, pp. 241-251, Gariglio, 2000, Collana I Nuovi Tentativi.

[5] Cfr. https://www.micropsicoanalisi.it/conclusione-corso-triennale-di-spe cializzazione-in-psicoanalisi-psicoterapia-psicoanalitica-e-consulenza-psicoanalitica/.   

[6] Cfr. ad es. : Gariglio, 9 aprile 2022 (Estratto, in Psicoanalisi e Scienza – PeS –  24. 3. 2023, “Il processo di elaborazione ricombinativa per una creatività rigenerativa. Esemplificazione artistica e micropsicoanalitica”.// 20. 10. 2023, “Il Transgenerazionale, nell’attuale, come raccordo di traumi e sinergie” e 12. 2.  2023, “Una vita non basta: ricerca genealogica in Micropsicoanalisi” // 18. 2. 2024, “Passività e sblocco sinergico: dal caso clinico del giovane Andrea”… etc.

[7] Cfr. Gariglio 10 e 24 giugno 2023, in Master IIM: “Creatività nel continuum trauma-resilienza-benessere” e “La struttura ossessiva. Trattamento micropsicoanalitico”.

[8] Freud, 1938. Cap 2. La teoria delle pulsioni, dalla nota 1, p. 577, Boringhieri 1979: “Kränkung  (mortificazione, umiliazione), cosa che fa ammalare…”.

[9] Con la creazione della Collana tracce di benessere ricombinate, Araba Fenice (https://www.arabafenicelibri.it/libri-collana-tracce-di-benessere-ricombinate-54008.html ), ho tenuto proprio conto di questa possibilità: “[…] La Collana accoglie sia la predisposizione caratteriale alla messa in atto di tale processo sia la sua interiorizzazione, dopo un lavoro personale di psicoanalisi o di riflessione al riguardo come analisti e psicoterapeuti. Ciò che accomuna sarà la capacità di una resa artistica.”.

 

[10]La Micropsicoanalisi, sito IIM, https://www.micropsicoanalisi.it/micropsicoanalisi/ .

[11]Cfr.https://www.google.com/url?sa=t&source=web&rct=j&opi=89978449&url=https://www.omceo.me.it/news/brochure_angoscia_speranza.pdf&ved=2ahUKEwidmJKC4s2LAxXpiP0HHWofLJoQFnoECBwQAQ&usg=AOvVaw3kzZTE_2UqPJUr7hCUvK0a .  

[12]Gariglio 2025, “La trasformazione dell’Immagine: verso un ‘rientro di vita’.”. Convegno IIM , XXVI ed. Giornate di formazione micropsicoanalitica “Responsabile scientifico: Luigi Baldari”, https://www.micropsicoanalisi.it/xxvi-edizione-delle-giornate-di-formazione-micropsicoanalitica-separazione-perdita-e-resilienza/,

[13] Idem, 26 ottobre 2025, Duttilità del micropsicoanalista nella pratica psicodinamica. The Micropsychoanalytic Connection in Psychodynamic Treatment, con condivisione di vignetta clinica, nel successivo Intervento da parte del Collega Matteo Ricco’, “Raccordo micropsicoanalitico nel trattamento psicodinamico. Micropsychoanalytic Connection in Psychodynamic Treatment”.

[14] Cfr. ad es. la rivisitazione di Ferenczi, da parte di Masson (1984/2024), Borgogno (2015 et.), Bonomi (2006 et), Guasto et.

[15] Ne ho accennato, riferendomi all’ “aggressività sottile nella coppia reale e in quella analitica”, nel nostro Convegno (2024, Amore e possesso. La violenza sulle donne, https://www.micropsicoanalisi.it/xxv-edizione-delle-giornate-di-formazione-psicoanalitica/Il convegno si è ampliato in un Master IIM (2025) dove ho portato (12 aprile e 5 luglio) tale violenza nella coppia decisamente sadomasochistica e in quella che, invece ancora affettuosa, vorrebbe stare bene, avvalendosi del lavoro psicoanalitico, nel nostro caso micropsicoanalitico, https://www.micropsicoanalisi.it/evento-ecm-amore-e-possesso-la-violenza-sulle-donne/ .

[16] Rimando alla XII Edizione Giornate di Formazione Micropsicoanalitica Psiche e Natura. Soggetto e Ambiente, 2021, presente nel nostro sito, https://www.micropsicoanalisi.it/a-disposizione-dei-nostri-lettori-le-videoregistrazioni-di-tutte-le-sessioni-del-congresso-online-psiche-e-natura/ .

[17] Cfr. https://www.micropsicoanalisi.it/nuovo-coronavirus-e-resilienza/ .

[18] Inserito anche nel nostro sito IIM, 24 3 2024, https://www.micropsicoanalisi.it/passivita-e-sblocco-sinergico-dal-caso-clinico-del-giovane-andrea .

[19]Inserito anche nel nostro sito IIM, 10 1 2025,  https://www.micropsicoanalisi.it/i-maestri-in-noi-come-fonti-affettive-benefiche/ .

 

[20]Per le prime edizioni Bollettino IIM: N. 0 (1985) – 26 (1999), Tirrenia Stampatori, rimando al sito, https://www.micropsicoanalisi.it/rivista-i-i-m/ .

[21] Quinto libro Collana Tracce di benessere ricombinate…, illustrata da Albertina Bollati. Ho presentato il libro (presente al Salone del libro di Torino, 2024), in PeS, il 23 5 2024 https://www.psicoanalisi.it/libri/prunotto/209004/ e, nel sito IIM, il 12 6 2024, https://www.micropsicoanalisi.it/la-vita-guarita-sgarbugliando-il-gomitolo/ .

[22]L’intervento al convegno (2013) è stato registrato dal Collega Alessandro Mura., ed è visibile nel sito IIM,  https://www.micropsicoanalisi.it/solitudine-elaborazione-dellinesprimibile-genealogico-e-creativita-una-conferma-in-max-guerout-e-gli-schiavi-sopravvissuti-a-tromelin/ .

[23] Il film si avvale della maestria di Claudio Santamaria, Valeria Golino e Diego Abatantuono. La Colonna sonora della pellicola è opera del polistrumentista, compositore e produttore discografico lombardo, Mauro Pagani. C’è un vinile black a edizione numerata e limitata, che raggruppa le undici composizioni originali di Pagani e alcune canzoni di Domenico Modugno, come “Nel Blu, Dipinto di Blu” e “Tu si’ ‘na cosa grande“ e “Cosa sono le nuvole”, https://www.youtube.com/watch?v=m_Ff8N2pZ8k .

[24] Recensito in PeS (25 gennaio 2025 https://www.psicoanalisi.it/osservatorio/sinergia/209607/). Ne cito il protagonismo dell’incalzare di “emozioni e relazioni imbevute di affetto e rispettose delle singole opinioni ed espressioni di vita e pensiero, in merito ad un fine vita scelto da Tilda Swinton (Martha), in situazione di malata terminale che, decisa a non affrontare i dolori della fase terminale di un cancro senza speranza di remissione, chiede all’amica Ingrid di accompagnarla in tale percorso di situazione estrema. […] il film, dopo la dignitosa fine della protagonista, ci regala ancora qualcosa degno di emozione, come alta espressione di poesia, immessa nella vita reale! E parlo della conclusione di qualcosa ch’era rimasto insoluto, fino alla dipartita di questa madre che decide di andarsene dalla vita, senza averlo anche condiviso con la propria figlia. Mi riferisco alla trasformazione di quella che sembrava un’inamovibile incomprensione madre-figlia. Trasformazione che, esauritasi la carica polemico-accusatoria, alla fine del film, mostra di star incanalando la figlia ad accogliere in sé comportamenti già della madre, accettandone la presenza e riconoscendovisi…”. Quindi un tentativo proseguito come apporto di buona e nuova eredità.